Estate in città

Chi al mare, chi ai monti
in questo agosto son partiti in molti
mentre nel deserto della città
si sta combattendo con l’afosità.
Aprendo la finestra sul cortile
dove non c’è poi nulla da sentire
già dall’alba guardo il sole
in quest’estate per me incolore.
Racchiuso nel mio pensare
sento abbaiare un cane
spero non l’abbiano lasciato solo
sotto questo clima afoso.
Sul tetto qui a fianco
dei colombi stanno tubando
attutendo le grida di pianto
del bimbo nato al quinto piano.
Nell’arido deserto del cortile
le solite tre zitelle incanutite
van ciarlando sotto un pino ombroso
ormai da tempo loro fisso ritrovo.
Qualche piccola nuvola strana
già all’orizzonte si propaga
ma con quell’abito cereo
non c’è da presagire nulla di serio.
Come non ricordare l’estate antica
quando la città era sempre fiorita
da gente che stava a casa
poiché poca era la grana.
Allor sotto il bacio solare dell’estate
per rinfrescarsi si andava al canale
nuotando fino alla chiuse a dorso
dove lì un caro amico ci è pur morto.
Seduti fuori casa nel dopo cena
facendo passare così la sera
molti vecchi fumavano il lor sigaro
attendendo la notte come regalo.
Allor l’avvolto era in un felice diverso
dalle vicissitudini dell’oggi moderno
quante anche le sere passate
sotto le rimembranze a scherzare.
A raccontarsi del più e del meno
magari con un occhio al cielo
sperando in un fresco temporale
per una fresca notte di pace.
E se pioveva in quelle ore
la si prendeva come una benedizione
senza tirare in ballo nessun santo
non avendo l’ombrello al fianco.
Scommettendo poi sulla lunga falcata
tra le gocce si correva verso casa
e arrivati a tetto asciugandoti il viso
in quell’inzuppato ti sentivi rinvigorito.

© Nilodan Gi.Pi.
Agosto 2016

A questo link di "Scatti ed emozioni" magazine di fotografia con cui collaboro dal 2013,
c'è inserita la mia poesia bimestrale. - "Estate in...città"


http://en.calameo.com/read/002171573ed25f7cb8d62