Solitudine di
una bicicletta
Essendo una
bici attempata
e da
tempo malcurata
chi mi
vedeva si diceva disinteressato
poiché
ero un pezzo molto antiquato
quelle
nuove erano in bella visuale
mentre
io mascherata da dalle scale
un dì mi
adocchiò un vecchio barbone
e mi volle,
facendosi mio padrone.
Così con
i ghelli del suo elemosinato
fece pur
contento quell’antiquariato
sbolognarmi
era diventato un ostacolo
ma ora
ecco l’inatteso miracolo
il
vecchio mi fece sentire più discreta
ridipingendomi
dalla A alla Zeta
e denominata
sua donzella
mi
baciava prima di montarmi in sella.
Ma un dì
fuori dal panettiere
non
chiuse bene le mie cerniere
così due
ragazzine dalle facili dita
vedendomi
così bella e incustodita
decisero
di farmi loro suddita
e in men
che si dica m’han rubata
il vecchio
facendo cadere il pane
uscì dal
negozio gridando: Puttane!
Stretto
in una dolorosa morsa
invano aveva
tentato una rincorsa
il suo cuore
già cedente
subito
l’aveva fatto perdente
così io,
sua donzella ho preso il volo
mentre
lui nel suo infinito brontolo
con
un’andatura inquieta
vagava
incazzato e senza meta.
A buon
fine tutto era andato
e contente
del lor risultato
le due ribelli
già traevano soddisfazione
per avermi
rubato dal mio padrone
ridendo
a perdifiato
sognavano
già il ricavato
ma
all’improvviso un colpo sordo
e della
catena si ruppe il raccordo.
Or più
che mai appiedate
stanche
della fuga e assetate
guardandomi
con occhi sadici
mi
gettarono a terra tra le radici
di un
albero dove vespe scocciate
presero
a inseguire le due malcapitate
che
correvano zizzagando
ansimando
e sempre più boccheggiando.
Mentre io
in terra guardavo il cielo
un tizio
dalle sembianze di un angelo
intorno
a me fece un girotondo
poi
alzandomi dal mio sfondo
con destrezza
mi denudava della sella
l’unica
cosa che conservavo bella
e
ringraziandomi con un calcione
ho
cozzato contro un lampione.
Con
questo finale penso al mio vecchio
che pur
avendo un solo occhio
quando
mi montava in sella
mi
faceva correre come una gazzella
ora mi
sento veramente vuota
su di me
non scrivete più nessuna nota
anche
perchè quei volatili di lassù
m’escrementano
ogni giorno di più.
© Nilodan Gi.Pi.
Giugno 2016
Giugno 2016
(Poesia di giugno per il magazine online di "Scatti ed emozioni")
1 commento:
Mica fa solo ridere questa tua poesia... mannaggia come si fa presto ad identificarsi in una vecchia bici.
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