giovedì 28 gennaio 2010


Dal terrazzo

Mentre in quel giocoso colorito,

che delineandosi nel cielo

s’appresta a portar il giorno

nelle maglie della sua sera,

i raggi di un sol ormai sciolto

scivolan nel fondo del mio animo.

Avvolto nel mio caldo soprabito

sto ad ammirar ancor nel lor gelo

quei monti che abbracciando l’intorno

incornician la scendente sfera

nell’ammirevole raccolto

di un quadretto d’incantesimo.

Momenti avvolti di felice carica

ci han visti arrivar ai piedi delle lor creste

facendoci scappar qualche bacino

che sorridendo faceva schiattar il mio canto

dopo quel piccolo fugace abbordaggio

in cui nostra non era ancor la legalità.

Nel silenzio che s’è fatto lirica

il sol incuneandosi tra le vette

sfuma nell’ultimo suo fascino,

spandendo nel ciel un tramonto a manto

dopo aver donato al di il suo saggio

che or ha in se il color della spiritualità.

Dalla piana all’alta montagna

sfarzoso è stato il raggio dello sguardo

che dal terrazzo ha mobilitato l’occhio

e nel soffermo dell’ammiro

sprofondo sull’ultima traccia di tramonto

che riporta l’animo mio ad una gioia lontana.

La sera è già nel ciel in pompa magna

sfoderando nell’alto il suo stendardo,

luna e stelle, son già fisse nell’oscuro specchio

mentre ansioso si fa già il mio respiro

nel ricordarmi che mai più avrò racconto

da poter donar alla mia “nana”.

Nilodan Gi. Pi.

25/01/2010

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