domenica 29 novembre 2009



Anima mia


Mai salirò agli onori dell’altare
anche se in quel tra il rider e lo scherzare
qualche amico vuol farmi “santo”
facendomi vestire l’abito bianco.

Ricordati, anima mia, che della vita del tuo albero
è più facile che di te diran molto del buono
perché se andran a riesumar qualche cavillo nero
lo faran quando in te ormai non ci sarà più suono
perché avendo un metro di terra sul capo
non avrai più difesa, non avendo più il dopo.

E magari ad alta voce chiederan a quel Caronte
di prenderti subito quella penzolante mano
perché nulla di te fugga nel lontano
traghettandoti subito al di la dell’Acheronte.

Ma in tua difesa, precedendo l’ultimo alito
vengo a dire senza alcun rimpianto
che ho avuto ciò che nel mio olimpo era scritto
piangendo, gioendo ed umanamente ho amato
guardando con speranza all’oltre
delle nubi che oscure calavacavan sull’orizzonte.

Ed anche se or sarei libero dal vincolo
sarò coerente con ciò che ho giurato
sottolineando che senza nessun calcolo
ti amerò per tutta l’eternità, senza rimpianto.

Mi son sempre guardato allo specchio
ed ho sempre rispecchiato qual fosse il mio io
chiedendo l’aiuto ed il perdono
se avendo sbagliato canale ero andato lontano.

Tutti nella vita siam nati umani peccatori
ma con un processo interno di valore
si può riprender la vita in gioia ed amore
perché anche i santi, eletti dagli umani agli altari,
han dalla lor vita avuto di che farsi perdonare
in quanto pur lor han vissuto dei buchi neri,
ma alla fine, l’Imparziale, saprà giudicare.


Nilodan G. Paolo
22/11/2009

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