Il freddo vento di tramontana
soffiando sull’opacità della foschia
ha aperto azzurri sprazzi nel cielo
donando luce al raggio novembrino
e oggi come ogni buon mattino
varcando in silenzio il santo cancello
sono entrato nel mondo dei non vivi.
Nell’ireale atmosfera di serenità
che abbracciando anima e cuore
spinge a comprendere l’alfa e
l’omega
solo pochi ticchettii di passi
rumoreggiano sul selciato lastricato
spartiacque tra i campi dell’eternità.
In questi giorni del santo ricordo
rossi ceri e fiori multicolori
van a vestire di nuova primavera
l’adorno dei marmi sepolcrali.
dove freddi visi incollati a lapidi
inumidite dalle intemperie dei
giorni
sembran fissarmi con occhi lucidi
mentre m’incammino lentamente
verso quell’amor mio mai sepolto.
Sull’adorno di antiche cappelle
dove mani non han più messo piede
statue d’angeli ossidate dal tempo
stanno ingessate a quei templi
abbandonati dalla memoria
e con sguardo e mani al cielo
genuflessi con ali semichiuse
sembrano chiedere al buon Dio
l’intercessione per quelle anime
chiuse nel dimenticatoio sepolcrale.
Svolazzando nel cielo
sorvolando alberi piegati dal vento
uccelli in ampio alare nero
van emanando nell’aria un gioioso
cantico.
mentre tra mulinelli di foglie in girotondo
attraversando I campi della pace
nel mio lento sono giunto a te.
fissandoti in quel marmoreo tuo
sorriso
una lacrima scivola a rigarmi il
viso
e su un brivido stimolato dal freddo
il cuore accellera il suo battito
facendomi sentire l’invaso del tuo
calore
come quando eravamo un’anima sola
abbracciati nel nostro insieme.
Ora negli infiniti silenzi dei miei
giorni
sovente il mio sguardo scruta il
cielo
e cercandoti tra i colori di ogni
tempo
in me sfocia quell’infinita gioia
d’averti avuta quale mia amata sposa
perchè in noi mai c’è stato addio.
© Nilodan Gi. Pi.
01/11/2014
Nessun commento:
Posta un commento