giovedì 10 luglio 2014

La conchiglia

La conchiglia

In silenzio guardavo il mare
sperando che portasse a riva
qualche conchiglia rara
mentre il sol colorava il tramonto.
Sulla scia di onde basse
tra la sabbia “grisa”
vedendo qualcosa che brillava
correndo la cercai un responso.
Era una conchiglia di tipo nuovo
sola in quella sabbiosa oasi
al fianco di sassi color pece
sembrava un’opera d’arte.
Prima del risucchio ondoso
dissabbiandola con le mani
la lavai tra onde chete
asciugandola al sol calante.
Dal colore bianco rosato
emanava lucentezze pregiate
che sapevano colorarmi l’attimo
immettendo gioia nel mio animo.
Come fosse un gioiello raro
presi a raccontarle “fiabe”
su quell’amore mio sempre vivo
anche se dalla morte rapito.
In casa la deposi in un sicuro loco
dove già c’era la mia “nana”
vicino a quell’uovo placato d’oro
mio primo regalo ad Adriana.
Distraendo il suo attimo giocoso
una farfalla entrando in casa
stuzzicò quel mio gatto detto “briscolo”
che con zampetta tesa cercò un’afferrata.
Lei furbetta non si lasciò accalappiare
lasciando “briscolo” artigliato alla mensola
reggendo quel suo peso per poco
atterrò sui miei gioielli, svignandosela.
Guardando quel disastro totale
capii che ormai tutta quella roba
era solo un gran colabrodo
da buttare nella pattumiera.
Spaparanzato sul davanzale
ignaro del mio malumore
“briscolo” se ne stava a fissare
quei miei momenti tesi.
Inviperito l’avrei preso a scopate
ma il suo sguardo amorevole
m’indusse a non fagli del male
così trotterellando arrivò ai miei piedi.

© Nilodan G.P.
10/07/2014


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