mercoledì 27 gennaio 2016

Il filo spinato

Il filo spinato
(per non dimenticare)

Nell’ammutolito silenzio del cortile
cinto da invalicabili reti
con lo spinato sulle somme file
soldati camminavano a muso duro
con nelle mani il loro fucile
perlustrando ogni angolo del campo.

Seminascosto dalle tende di casa
avvolto nell’innocenza tua vitale
sereno te ne stavi a vedere
uccelli nel loro tranquillo rituale
sorvolare l’ampio perimetro del campo
cinguettando in armoniosa corale.

Raccolto nei tuoi semplici sogni
ticchettando il dito sui vetri
li additavi imitando quel loro ghigni
mentre mamma accarezzava
quei tuoi bei riccioli castani
con in se la paura di un di perderti.

Nella tua regnante serenità
il tuo mondo era senza ruggini
non sapendo che al tuo fianco
morivano molti uomini
causa di una crudele bestialità
che dell’umana vita ha perso i confini.           

Ma un dì i tuoi occhi videro l’orrore
tua madre pur di non farti prendere
fu percossa senza pudore
e su lei la morte chiuse gli occhi
mentre in te saliva forte il dolore
scardinando per sempre i tuoi sogni.

Spronato dalle sue ultime grida
scappasti verso il lontano spinato
cercando una fuga dal quell’orrore
uno sparo e tutto ti fu annebbiato
nel cadere alzasti la destra al cielo
perché lassù non saresti stato schiavo.



© Nilodan Gi.Pi.
Gennaio 2016
(Foto personale)

La poesia la si può ascoltare verso il 26° minuto a questo link 

 http://www.radiorete.it/lettera-musica-puntata-21/







1 commento:

Sari ha detto...

E' toccante la tua poesia, sei stato abile nel ridisegnare quel tempo orribile dove gli uomini non erano più tali ma figli di una terribile follia.
Ho ascoltato il link che ci hai indicato ma la lettura, qui, è stata per me migliore.
Ciao e un grazie al tuo cuore sensibile.