AUSCHWITZ
(per non dimenticare)
Ho visto
Auschwitz sotto la pioggia
dove il
mattone e lo spinato
rendevano
più triste la visuale
di trovarsi
nel mezzo di un orrore
che rendendo
lucidi i miei occhi
nel vedere l’atrocità
compiuta
da uomini
senz’anima
con un nodo
in gola
ho pianto in
silenzio
e guardando
quel filo spinato
che scoraggiava
ogni singola libertà
mettendo in
ginocchio ogni pensiero
di poter
sperare in una fuga di libertà
dall’orrore
ormai da tutti compreso
alzando gli
occhi al cielo
ho chiesto
più volte a Dio il perché.
La sbarra
sul cancello d’entrata
nel suo arrugginito
era alzata
tra i
travagli del tempo
sulla rete
del recinto
una rosa era
appassita
ma nel suo
colore di sangue
vive negli
animi che non possono scordare
quel che uomini
son stati capaci di fare
peggio di animali
a caccia di prede
per una
supremazia di una pazzesca ideologia.
Ho
attraversato nel più profondo silenzio
il campo
della morte e le stanze dell’orrore
ho visto ciò
che è risorto
dalle
tenebre sotterranee dell’inferno
dove persone
innocenti
pur avendo tutto
il diritto di vivere
senza
nessuna pietà
di chi di
umano non aveva niente
son state
soppresse con atrocità
pensando che
nulla sarebbe emerso
alla luce
del sole del continuo vitale
senza sapere
che il tempo
pur nel suo
fuggire il giorno
conserva
gelosamente ogni memoria
sotto ogni
colore di cielo.
27 Gennaio 2015
Non ci sono parole adatte in nessuna delle lingue conosciute
per descrivere l'orrore della pazzia nazista.
Ogni aggettivo è inadatto/nomi e verbi sono deboli
e la lingua non riesce ad esprimere il pensiero.
Bene la memoria!
Bene non dimenticare
sperando che questo serva all'uomo a non ricadere nell'incubo.
(Remigio Bertassello)
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